Quality vs Quantity in training / Qualità vs Quantità in allenamento
(ENG) It is a relentless battle, in the universe of ideologies linked to the world of training, the one between quantity and quality (and their respective supporters). But these concepts, in reality, do not even exist. They are two sides of the same coin, which gradually fade into each other: as quantity increases, quality will decrease, and vice versa. We should therefore see the above as values which, added together, give us the strength of a certain person in that gesture. In short, to make a very approximate numerical schematization, but which makes the concept well understood, we could say that a performance with a 100% focus on quality and a 0% surplus on quantity is equivalentto one with a 30% focus on quality. and a 70% surplus on quantity. It is therefore wrong to be obsessed with only one of the two sides of the coin, leaving out the importance and value of the other. So let's look at the usefulness of quantity and quality in training.
Quantitative Training: The biggest pro of a quantity-based training program is the ability to approach higher numbers, be it kilograms, reps, or whatever. Through the use of hacks on the form of execution, such as kip or reduction of the ROM, in fact, we are able to make our body feel new sensations, pouring on a silver plate the adaptations that it will have to gradually metabolize. By managing high loads, our CNS (Central Nervous System) will be strongly stimulated, as well as the muscle groups which, having to support this new stage, will undergo a very important conditioning, thanks to which they will become not only stronger, but also more resistant in terms of injury. This rough work is critical to building the foundation upon which we will develop our future strength. However, it lacks some elements, which fortunately are exactly those that the qualitative approach to training possesses (which in turn will lack these benefits we have just talked about).
Qualitative training: In my opinion, this type of approach gives the maximum results if it is used as deload after a quantitative program: the load used in the exercises is reduced (thus giving an enormous feeling of lightness) while there are complications on other levels , such as the increase of the ROM or the removal of any cheat and / or imperfection in the execution of the movement. Introducing our body to a new range of motion offers, as already mentioned in my article on injuries, an important conditioning that will make our tendons more resistant in situations of greater stretching (a different strengthening than that of quantitative training, which in that case was more focused on the load that the tendons have to support rather than the elongation they undergo), accustoming our system to impart strength even in the critical points of movement. Instead, the greater control of the movement, which can be implemented perhaps thanks to technical stops at various points of the movement range, greatly improves the learning of a certain movement, providing our CNS with that sort of well-defined perception of the path of a movement. The exercise will no longer be "I pull myself like this", "I push myself like this," etc., but a much sharper "in this position, I go from point A to point B".
Don't disdain any training approach! Experiment and learn, because anything could be more useful than you thought before trying it!
(ITA) E’ una battaglia senza sosta, nell’universo delle ideologie legate al mondo dell’allenamento, quella tra la quantità e la qualità (e i loro rispettivi sostenitori). Ma questi concetti, in realtà, neanche esistono. Essi sono due facce della stessa medaglia, che sfumano gradualmente uno nell’altro: al crescere della quantità diminuirà la qualità, e viceversa. Dovremmo quindi vedere suddette come dei valori che, sommati, ci danno la forza del soggetto in quel gesto. Insomma, per fare una schematizzazione numerica molto approssimativa, ma che fa ben capire il concetto, potremmo dire che una performance con un 100% di focus sulla qualità e uno 0% di surplus sulla quantità sia equivalentead una col 30% di focus sulla qualità e un 70% di surplus sulla quantità. E’ sbagliato quindi essere ossessionati da una sola delle due facce della medaglia, tralasciando l’importanza e il valore dell’altra. Andiamo quindi ad osservare l’utilità della quantità e della qualità in allenamento.
Allenamento quantitativo: Il più grande pro di un programma di allenamento basato sulla quantità è la possibilità di poter approcciare numeri più alti, siano essi chilogrammi, ripetizioni, o altro. Tramite l’utilizzo di accorgimenti sulla forma di esecuzione, come kip o riduzione del ROM, riusciamo infatti a far assaporare al nostro corpo sensazioni nuove, propinandogli su un piatto d’argento gli adattamenti che esso dovrà gradualmente metabolizzare. Gestendo carichi alti, il nostro SNC (Sistema Nervoso Centrale) sarà fortemente stimolato, così come anche i distretti muscolari che, dovendo sostenere questo nuovo stadio, andranno incontro ad un importantissimo condizionamento, grazie al quale diverranno non solo più forti, ma anche più resistenti in termini di infortunio. Questo lavoro grezzo è fondamentale per costruire la base su cui svilupperemo la nostra futura forza. Tuttavia, ad esso mancano dei tasselli, che fortunatamente sono esattamente quelli che possiede invece l’approccio qualitativo all’allenamento (che sarà a sua volta sprovvisto di questi benefici di cui abbiamo appena parlato).
Allenamento qualitativo: Questo tipo di approccio a mio avviso dà i massimi risultati se viene utilizzato a modo di scarico dopo un programma quantitativo: il carico utilizzato negli esercizi si riduce (dando quindi un’enorme sensazione di leggerezza) a fronte di complicazioni su altri piani, come ad esempio l’incremento del ROM o la rimozione di qualsivoglia cheat e/o imperfezione nell’esecuzione del movimento. Far conoscere al nostro corpo un nuovo range di movimento offre, come già detto nel mio articolo sugli infortuni, un condizionamento importante che renderà i nostri tendini più resistenti in situazioni di allungamento maggiore (un rafforzamento diverso rispetto a quello dell’allenamento quantitativo, che in quel caso era più incentrato sul carico che i tendini devono sostenere più che all’allungamento a cui essi vanno incontro), abituando il nostro sistema ad imprimere forza anche nei punti critici del movimento. Invece, il controllo maggiore del movimento, attuabile magari grazie a fermi tecnici in vari punti dell’escursione di movimento, migliora notevolmente l’apprendimento di un determinato movimento, fornendo al nostro SNC quella sorta di percezione ben definita del tragitto di un movimento. L’esercizio non sarà più un “mi traziono così”, “mi spingo così,” ecc., ma un ben più nitido “in questa posizione, vado dal punto A al punto B”.
Non disdegnate nessun approccio all’allenamento! Sperimentate e imparate, perché qualsiasi cosa potrebbe essere più utile di quel che pensavate prima di provarla!